Qualcosa di rosso... anche a tavola!
I tanti semi che si trovano dentro al frutto richiamano un significato molto simile alle lenticchie: monete, quindi ricchezza. Ecco anche perché si mangia alla fine dell'anno, per augurare benessere, abbondanza e fortuna, ma scopriamo qualche CURIOSITÀ su questo frutto.
Le sue origini esotiche comprendono un vasto territorio che va dall’Iran all’India settentrionale anche se si è diffuso già in tempi preistorici in tutto il bacino del Mediterraneo, come nella regione costiera tunisina, chiamata punica dagli antichi Romani e da cui deriva il nome latino di questa pianta, cioè Punica granatum.
Nei secoli il melograno è sempre stato protagonista di miti e leggende e nelle diverse civiltà, da sempre simboleggia fertilità e abbondanza.
Di questo frutto se ne parla spesso anche nella Bibbia. Viene citato come una delle sette meraviglie, uno dei frutti che la terra promessa produce in abbondanza, garantendo la vita: la terra donata da Dio è ricca perché “terra di frumento, di orzo, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele” (Dt 8, 8 ).
Il melograno raggiunge una grande carica simbolica nel libro biblico che canta lo splendore dell’amore fedele: il Cantico dei Cantici dove é simbolo dell’amore fecondo e dell’intensa relazione tra l’amato e l’amata. La bellezza dell’amata, colma di vitalità, é descritta dalla melagrana: “come spicchio di melagrana è la tua tempia dietro il tuo velo” (cfr. 4,3.; 6,7).
Nel Cristianesimo, rappresenta, tra l’altro, la Chiesa come comunità di credenti ed è raffigurato in numerosi dipinti, in particolare nei secoli XV e XVI.
Le melagrane sono un motivo ricorrente nelle decorazioni religiose cristiane e figurano in numerosi dipinti religiosi del calibro di Sandro Botticelli e Leonardo da Vinci. Si trova in molte raffigurazioni nelle mani della Vergine Maria o di Gesù Bambino.
Le sue origini esotiche comprendono un vasto territorio che va dall’Iran all’India settentrionale anche se si è diffuso già in tempi preistorici in tutto il bacino del Mediterraneo, come nella regione costiera tunisina, chiamata punica dagli antichi Romani e da cui deriva il nome latino di questa pianta, cioè Punica granatum.
Nei secoli il melograno è sempre stato protagonista di miti e leggende e nelle diverse civiltà, da sempre simboleggia fertilità e abbondanza.
Di questo frutto se ne parla spesso anche nella Bibbia. Viene citato come una delle sette meraviglie, uno dei frutti che la terra promessa produce in abbondanza, garantendo la vita: la terra donata da Dio è ricca perché “terra di frumento, di orzo, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele” (Dt 8, 8 ).
Il melograno raggiunge una grande carica simbolica nel libro biblico che canta lo splendore dell’amore fedele: il Cantico dei Cantici dove é simbolo dell’amore fecondo e dell’intensa relazione tra l’amato e l’amata. La bellezza dell’amata, colma di vitalità, é descritta dalla melagrana: “come spicchio di melagrana è la tua tempia dietro il tuo velo” (cfr. 4,3.; 6,7).
Nel Cristianesimo, rappresenta, tra l’altro, la Chiesa come comunità di credenti ed è raffigurato in numerosi dipinti, in particolare nei secoli XV e XVI.
Le melagrane sono un motivo ricorrente nelle decorazioni religiose cristiane e figurano in numerosi dipinti religiosi del calibro di Sandro Botticelli e Leonardo da Vinci. Si trova in molte raffigurazioni nelle mani della Vergine Maria o di Gesù Bambino.
Non perdiamo l’occasione di consumare MELAGRANE in questo periodo dell’anno in cui la terra ce le offre, perché contengono molte proprietà benefiche per l’organismo